Oggi abbiamo il piacere di poter rivolgere qualche domanda ad un ospite molto speciale: Jacopo Calatroni!

La sua voce l’abbiamo ascoltata tantissime volte e i personaggi da lui interpretati sono tantissimi e tutti di altissimo livello, molti di voi lo avranno ascoltato in Zorro, Devilman, Eijiro Kirishima, Spiderman nonché in svariate produzioni cinematografiche, pubblicità e videogiochi! Ovviamente per noi è, e rimarrà sempre, Yato dell’Unicorno!

Myth Hunter: Ciao Jacopo, prima di tutto grazie di averci dedicato un po’ del tuo tempo, la prima domanda che ti vorrei porre è sul tuo percorso di vita nel doppiaggio, come ti sei approcciato la prima volta, era quello che sognavi di fare?

Jacopo Calatroni: Sono state una serie di esperienze più o meno casuali a portarmi al mio lavoro attuale. Mi sono avvicinato alla recitazione a sedici anni, e ho cominciato a lavorare in teatro poco tempo dopo. Ho capito abbastanza in fretta che la voce era il campo della recitazione per cui mi sentivo più portato. A diciott’anni mi sono innamorato del doppiaggio, mi sono reso conto che era una realtà professionale accessibile a chi avesse la giusta preparazione e ho cominciato a indirizzare i miei sforzi verso quell’obiettivo. Ci ho messo cinque anni a farne un lavoro a tutti gli effetti, anche perché stavo frequentando l’università per avere un altro piano nel caso l’esperienza nel mondo dello spettacolo non portasse ai risultati desiderati.

MH: Qual è stata l’esperienza con la quale ti sei reso conto che il doppiaggio poteva essere il tuo futuro?

JC: Probabilmente il punto di svolta fu quando venni scelto per il protagonista di una serie animata da tre stagioni di 50 episodi ciascuna. Mi fece capire che quello che era il mio “secondo lavoro” poteva essere la mia realtà quotidiana. Penso di aver cominciato davvero a definirmi ad alta voce “doppiatore” solo dopo quell’esperienza.

MH: C’è un opera, in cui hai lavorato, che ti senti particolarmente legato? E perché?

JC: Sono legato a tantissimi progetti a cui ho lavorato. Quello che più mi è rimasto nel cuore però è sicuramente il videogioco Marvel’s Spider-Man del 2018, che mi ha permesso di coronare un sogno dando voce al mio personaggio preferito in assoluto, lo stesso Uomo Ragno che ha segnato la mia adolescenza.

MH: Parlando di Lost Canvas, come hai avuto il ruolo di Yato?

JC: Sono stato scelto per il ruolo dal direttore, Luca Ghignone, in accordo con la direzione artistica di Yamato Video. Ricordo che ricevetti la telefonata che mi comunicava che sarei stato un Cavaliere dello Zodiaco mentre ero in vacanza a Londra, in giro per Camden Town. Scoprii quale fosse il mio ruolo soltanto in sala di registrazione, all’inizio della lavorazione.

MH: Che emozioni e che sensazioni ti ha dato lavorare per Saint Seiya?

JC: Sentivo un po’ di pressione, come sempre quando si partecipa a un’opera con così tanti fan e aspettative. Si mette piede su “suolo sacro”, per così dire, ed è impossibile essere all’altezza delle aspettative di tutti. Ero molto contento, però. Chi, da bambino, non ha sognato di vestire un’armatura e scagliare il colpo della propria costellazione? Fortunatamente, mi sono trovato molto a mio agio con tutta l’equipe: direttore, fonici e compagni di cast!

MH: Se avessi potuto scegliere, quale personaggio avresti voluto doppiare in Lost Canvas?

JC: Mi sarebbe piaciuto mettermi alla prova con un Cavaliere d’Oro. Recito spesso ruoli molto giovanili, sarebbe stato interessante anche sperimentarmi in una parte più matura e autorevole.

MH: Come sai l’anime di Lost Canvas è incompleto e la sua conclusione è molto improbabile, ma se decidessero di completarla ti farebbe piacere ritornare al microfono per dar voce a Yato?

JC: Ovviamente, non vedrei l’ora!

MH: Yato è il cavaliere dell’Unicorno del 1700, predecessore di Jabu, il cavaliere dell’unicorno del 1900, doppiato nella serie classica da Felice Invernici, nella tua interpretazione di Yato hai cercato di ripercorrere le linee del doppiaggio originale segnate da Invernici o trattandosi di due personaggi differenti, seppur legati tra loro, hai preferito infondere originalità al tuo personaggio?

JC: No, è stata una precisa direzione artistica data al prodotto: rispettare gli altri capitoli della saga, ma trattarlo a tutti gli effetti come un’opera inedita. In effetti Lost Canvas ha peculiarità ben specifiche che lo distanziano molto dalla serie classica. Jabu, tra l’altro, ha ben poche occasioni per farsi notare, mentre Yato è a tutti gli effetti uno dei protagonisti della vicenda. Abbiamo seguito il suo sviluppo rimanendo fedeli alla versione giapponese, senza ricalcare precedenti incarnazioni del personaggio.

MH: C’è qualche tuo collega che ha lavorato con te al doppiaggio di Lost Canvas con cui ti sei trovato particolarmente in sintonia?

JC: Ovviamente gli altri due miei compagni di avventura, Simon Lupinacci e Katia Sorrentino, voci di Tenma e Yuzuriha! Siamo molto amici anche nella vita reale. Non è stato difficile calarci nei panni del trio e proporre delle dinamiche credibili!

Ringraziamo tantissimo Jacopo Calatroni per la sua grande disponibilità, per il tempo che ci ha dedicato e per il grande lavoro che compie ogni giorno per dar voce ai nostri beniamini!

29/11/2020